Bioenergetica e bambini

 Nel profondo di ciascuno di noi c’ è un bambino che era innocente e libero e che sapeva che il dono della vita è il dono della felicità.

Alexander Lowen

Wilhelm Reich, padre delle terapie a mediazione corporea, si occupò di età evolutiva fondando un centro di ricerca, l’OIRC, al fine di capire come si struttura un bambino sano. Nel 1950 esce “I bambini del futuro”, dove l’ autore enuncia l’ importanza di un lavoro di prevenzione fin dalla più tenera età. Questo impegno viene ripreso dalla figlia Eva, che elabora ed approfondisce le idee del padre attraverso il lavoro basato sul massaggio bioenergetico dolce.

Anche dai testi di Lowen si evince un grande interesse per le dinamiche infantili, egli sottolinea l’ importanza di estendere il lavoro terapeutico a mediazione corporea anche ai bambini come modello di prevenzione della salute. Il lavoro con i piccoli pazienti si basa su un assunto nodale enunciato da Lowen: quello dell’identità funzionale tra corpo e mente: per poter produrre dei cambiamenti radicali è opportuno lavorare non solo a livello verbale, ma anche sulla struttura corporea.

I numerosi esercizi descritti da Lowen possono essere utilizzati con i bambini attraverso quello che si può definire gioco bioenergetico, esso ha lo scopo di mobilitare l’ energia del bambino, consapevolizzando e sciogliendo le tensioni. Il concetto sembra fare da ponte fra la teoria di Winnicott, secondo cui il gioco in sé è terapeutico, e l’ idea delle pioniere della psicoanalisi infantile M. Klein e A. Freud, secondo cui il gioco è il mezzo che utilizza il bambino per portare in seduta materiale inconscio che il terapeuta deve interpretare verbalmente.

Il gioco bioenergetico permette al gioco in sé di essere terapeutico, in quanto smuove energie e allenta le difese, e nel contempo può essere analizzato e interpretato. Inoltre, seguendo l’ opinione di Aucouturier, padre della psicomotricità relazionale, esso va inserito all’interno di ciò che il bambino stesso porta, in modo da essere più vicino al suo desiderio e al suo piacere. All’interno della seduta con un bambino, dunque, si alternano momenti di colloquio, momenti di gioco con pupazzi, macchinine, bambole, etc., e momenti di gioco col corpo; ad es. per lavorare sull’aggressività si può fare la lotta coi cuscini, per sciogliere le tensioni della mascella si possono fare le linguacce, per le tensioni agli occhi si possono nascondere degli oggetti per lo studio e il bimbo li deve trovare…