IL MOVIMENTO IN BIOENERGETICA

Il movimento in bioenergetica

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In Bioenergetica, ogni movimento è collegato con la funzione inspiratoria ed espiratoria; ogni esercizio  viene eseguito prestando attenzione a ciò che si sente, entrando in contatto con eventuali tensioni e resistenze, per individuarle e  imparare a scioglierle. In questo modo si attiva un processo di carica e scarica energetica.

Molto spesso, nella nostra società, le persone sono in contatto con la propria testa, i pensieri e le opinioni, la propria immagine, identificandosi con questi aspetti. Si vive  molto nella testa e poco nel corpo, senza esserne consapevoli. Si confonde  il pensare con il sentire: anche quando vogliamo comunicare i nostri sentimenti, spesso in realtà è solo quello che pensiamo, il nostro punto di vista, che scambiamo con l’ altro. Occorrerebbe imparare, soprattutto nelle relazioni più profonde o di coppia, a condividere anche il nostro sentire. I pensieri non sono i sentimenti!

Per entrare in contatto con i propri sentimenti, bisogna essere consapevoli innanzitutto delle proprie sensazioni sensoriali, ossia del proprio corpo: ogni percezione sensoriale ha inizio con una percezione del proprio corpo. Siamo consapevoli del nostro respiro, se è superficiale o profondo, sentiamo le nostre gambe, i piedi, il terreno sotto di loro, le eventuali tensioni in alcune parti del corpo? La percezione di noi stessi corrisponde alla nostra realtà o è solo un immagine di ciò che crediamo di essere o che vorremmo essere? Siamo vivi solo con una parte di noi stessi, con un potenziale ridotto oppure riusciamo a esprimere tutto il nostro sé (autoespressione)?

Il movimento bioenergetico è stato sviluppato da A. Lowen nel corso di diversi decenni con la finalità di elevare il livello di energia vitale, aumentando il sentire e migliorando il contatto con sé stessi e con la realtà circostante. Dopo aver messo a punto un certo numero di esercizi, che la persona inizialmente doveva seguire con l’ analista all’ interno di sedute di terapia analitica bioenergetica, Lowen ne ha sviluppato una nuova serie da effettuare a casa. Oltre alle sessioni individuali, aveva previsto anche sessioni di gruppo con classi di esercizi.

Gli esercizi bioenergetici mirano ad aiutare chi li esegue a rilassarsi e a lasciarsi andare, abbandonandosi, anziché a sviluppare forza muscolare. Il risultato finale è che ci si può sentire un po’ stanchi fisicamente, ma interiormente più vivi e vibranti. Mentre nella ginnastica l’ attenzione prevalente è rivolta al fare, nel movimento bioenergetico si è centrati più sulle sensazioni corporee e sulla respirazione. L’ obiettivo è il sentire e non lo sforzo fino a se stesso: tutto il corpo diventa vivo e pulsante, una vera unità psicosomatica. Con il tempo si arriva a raggiungere nel movimento un alto grado di spontaneità e, contemporaneamente, di coordinazione ed efficacia, le qualità della grazia naturale. La persona sente di poter disporre di maggiore energia nella vita quotidiana e nelle proprie scelte, utilizzando completamente il proprio sé.

I blocchi al movimento generalmente sono prodotti da paure o conflitti antichi che creano nel corpo rigidità croniche, sciogliendo la tensione con gradualità, si può prendere consapevolezza di questi vissuti, a volte possono emergere spontaneamente delle emozioni che è benefico lasciar fluire perché ogni espressione di emozioni scioglie  una tensione che è nel contempo fisica ed emotiva.

Bibliografia: “Bioenergetica, La disciplina che libera l’ energia e le emozioni profonde”- Francesco Padrini, M. Teresa Lucheroni, Gianluca Bruttomesso

 

 

LA BIOENERGETICA, I CINQUE CARATTERI DI LOWEN E IL CONCETTO DI GROUNDING

La Bioenergetica, i cinque caratteri di Lowen e il concetto di grounding

Il fondatore dell’Analisi Bioenergetica A. Lowen deve le sue intuizioni al suo maestro W. Reich.

Prima W. Reich e poi A. Lowen, sono giunti a definire un’articolata tipologia caratteriale dove a ciascun tipo corrisponde una struttura e un atteggiamento del corpo che esprime la difesa dagli stimoli esterni o interni che minacciano l’individuo. Lowen elaborò una tipologia formata da cinque caratteri basilari ciascuno dei quali si forma in seguito alla negazione di un diritto fondamentale del bambino:

  • Schizoide, contraddistinto dalla paura del contatto, le cui origini si perdono nel periodo neonatale, caratterizzato dalla negazione del diritto di esistere;
  • Orale, caratterizzato dalla paura del contatto, a causa di mancanza di affetto parentale nel periodo infantile, formatosi a causa della negazione del diritto di avere bisogno;
  • Psicopatico, tendente ad azioni manipolative, causate dalla presenza di figure esigenti durante la sua infanzia, formatosi per la negazione del diritto di essere se stesso;
  • Masochista, distinto da una tendenza al sacrificio, formatasi a causa della negazione del diritto di essere indipendente;
  • Rigido, avente una grande difficoltà ad amare e a farsi amare, formatosi per la negazione del bisogno di essere amato.

Ognuno di questi tipi è caratterizzato da un atteggiamento del corpo di natura difensiva.

Rispetto alle teorie del suo maestro, Lowen, ridimensionò l’importanza della sessualità nella patologia, e mise a punto il concetto di “grounding”, che si può tradurre in italiano con l’espressione “essere sulle proprie gambe” o “avere i piedi per terra”  diventato poi uno degli obiettivi terapeutici fondamentali dell’Analisi Bioenergetica.

Il grounding si può intendere come un’estensione dei sette anelli che costituiscono l’armatura caratteriale individuata da Reich, quest’ultimo  si era fermato a considerare le tensioni corporee fino al bacino, mentre Lowen, proprio tramite il concetto di grounding considera anche le gambe e i piedi che diventano così la base dell’essere umano. Un uomo dotato di grounding, cioè con i piedi per terra, è a contatto con la realtà esterna ed interna, con la propria realtà animale e con le proprie sensazioni, è sicuro e presente a se stesso.

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Lowen approdò a questa scoperta in seguito alla sua terapia personale effettuata con Reich, il quale lavorava con il paziente disteso, cercando di sciogliere le tensioni muscolari dei sette anelli di costrizione, partendo dall’anello oculare e scendendo man mano fino all’anello pelvico. Il fine era quello di far raggiungere spontaneamente al paziente il riflesso orgasmico nel corso della seduta, tramite la semplice respirazione. Quando la respirazione, infatti, non è costretta da tensioni muscolari croniche, il bacino si retrae leggermente durante l’inspirazione e si protende in avanti durante l’espirazione, producendo appunto quello che Reich chiamò il “riflesso orgasmico”.

Lowen si rese conto che dopo aver raggiunto questi risultati terapeutici, alcuni aspetti del suo carattere erano rimasti irrisolti e cominciò a sperimentare nuove posizioni fisiche che gli permettessero di sentirsi meglio e maggiormente integrato e a contatto con la realtà. Fu così che scoprì le posizioni di grounding. La posizione principale consiste nello stare in piedi, con le ginocchia leggermente flesse, i piedi con le punte rientranti e i talloni divaricati alla stessa ampiezza delle spalle, il busto deve restare eretto e il peso del corpo deve essere distribuito su tutta la pianta del piede. In questa posizione il paziente deve lasciarsi respirare liberamente, cercando di far scendere il proprio baricentro fino alla pancia, punto che gli orientali chiamano “hara”. In questo modo il paziente dovrebbe pian piano sentire maggiormente il contatto dei piedi col suolo, sentirsi maggiormente radicato e più a contatto con la propria realtà. In questa posizione dopo un certo tempo si possono sviluppare leggere vibrazioni lungo le gambe, segno che le tensioni muscolari nelle gambe si stanno sciogliendo e l’energia comincia a circolare.

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Vi sono altre posizioni fatte assumere al paziente per aumentare il senso del grounding, come quella del “Bend-over” (piegarsi) e quella dell’arco, tutte aventi lo scopo di aumentare la sensazione di contatto con se stessi e con la realtà, oltre che quella di ampliare la respirazione e aumentare la circolazione dell’energia nel corpo.

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Bibliografia: “Bioenergetica”, A.  Lowen-Feltrinelli-Settembre 2013